Prefettura di Modena, accordo 06.03.2007



PROTOCOLLO D'INTESA PER LA PROMOZIONE DI STRATEGIE CONDIVISE FINALIZZATE ALLA PREVENZIONE ED AL CONTRASTO DEL FENOMENO DELLA VIOLENZA NEI CONFRONTI DELLE DONNE

PROTOCOLLO D'INTESA PER LA PROMOZIONE DI STRATEGIE CONDIVISE
FINALIZZATE ALLA PREVENZIONE ED AL CONTRASTO DEL FENOMENO DELLA
VIOLENZA NEI CONFRONTI DELLE DONNE
.

TRA
La Prefettura di Modena, l'Amministrazione Provinciale, i Comuni di Modena, Carpi, Mirandola, Pavullo nel Frignano, Sassuolo, Vignola, la Questura di Modena, il Comando Prov.le dei Carabinieri di Modena, il Comando Provinciale della Guardia Finanza di Modena, l'Azienda Unità Sanitaria locale di Modena, l'Azienda Ospedaliero - Universitaria Policlinico di Modena, l'Ufficio scolastico provinciale di Modena, la Commissione Pari Opportunità, la"Conferenza delle Elette", le "Consigliere di Parità" e le Associazioni "Gruppo Donne e Giustizia", "Casa delle Donne - Donne contro la violenza".

PREMESSO
che il deprecabile fenomeno della violenza nei confronti delle donne rappresenta un tema di particolare delicatezza e gravità e manifesta nell'ultimo periodo una preoccupante tendenza in aumento come risulta dalla analisi delle statistiche sulla delittuosità nazionali e locali;
che nel corso della riunione svoltasi presso la Prefettura di Modena il 26 settembre 2006 alla presenza di tutti i soggetti firmatari del presente protocollo è stata unanimemente ritenuta la opportunità di promuovere l'adozione di strategie condivise volte alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno avvalendosi delle competenze, del contribuito di conoscenza, di esperienza e della collaborazione dei firmatari stessi;
che, pur dando atto della estesa e proficua attività sviluppata in tal senso, singolarmente o in forma raccordata, da soggetti istituzionali ed associativi in questa provincia, si è concordato di implementare tale sistema attraverso iniziative mirate finalizzate ad ottimizzare risorse ed energie, migliorando la qualità delle risposte offerte dai servizi interessati, nonché a mantenere un rapporto di costante interlocuzione tra le diverse componenti che operano nel settore;
che a tale scopo è stato costituito un apposito gruppo di lavoro con l'incarico di elaborare un documento condiviso orientato alla attuazione di quanto sopra;
che tale gruppo di lavoro ha provveduto a redigere il presente documento il quale tiene conto non soltanto dei fenomeni di violenza a sfondo sessuale ma anche delle violenze fisiche e psicologiche consumate ai danni delle donne;

TUTTO QUANTO SOPRA PREMESSO
Le parti concordano quanto segue:

OBIETTIVI DEL PROTOCOLLO:
Il presente accordo ha come obiettivi l'analisi ed il monitoraggio del fenomeno, lo sviluppo di azioni finalizzate alla sua prevenzione ed al suo contrasto, attraverso mirati percorsi educativi ed informativi, alla formazione degli operatori, alla emersione del fenomeno, in cui si inscrivono anche le iniziative volte a facilitare la raccolta delle denunce, all'assistenza ed al sostegno alle vittime della violenza in tutte le fasi susseguenti al verificarsi di un episodio.
L'accordo è aperto ad ulteriori contributi che nel tempo potranno essere forniti da altre Associazioni o Istituzioni operanti nel territorio provinciale sul medesimo tema.
Per il perseguimento degli obiettivi sopra delineati i soggetti aderenti al protocollo, oltre ad individuare al proprio interno uno o più referenti qualificati per l'attuazione delle procedure previste dal presente atto, si impegnano, ciascuno per la parte di propria competenza, a svolgere i compiti di seguito elencati:

COMPITI DELLA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE:
1) Sostenere l'organizzazione di iniziative volte a promuovere una maggiore consapevolezza sulle violazioni dei diritti fondamentali delle donne e altresì a diffondere la cultura dei diritti umani e della non discriminazione, sensibilizzando attraverso iniziative e campagne mirate il tessuto sociale, istituzionale e dell'associazionismo nonché l'opinione pubblica per l'adozione di specifiche strategie.
2) Coordinare, monitorare, valorizzare e diffondere le esperienze in atto sul territorio sostenendo, in particolare, le azioni intraprese in forma autonoma dai Comuni al fine di dare risposte operative ai bisogni concreti.
3) Provvedere alla raccolta ed alla elaborazione dei dati forniti dagli altri soggetti firmatari allo scopo di monitorare l'andamento del fenomeno della violenza alle donne.
4) Partecipare attivamente alle attività tese a promuovere politiche volte a consolidare ed a rendere più efficaci le collaborazioni con enti, associazioni, servizi.
5) Promuovere e coordinare, d'intesa con gli altri soggetti firmatari, momenti dedicati per assicurare una adeguata attività di formazione per gli operatori, assistenti sociali, forze dell'ordine, insegnanti, per acquisire linguaggi e modalità d'intervento comuni.
6) Collaborare con l'Ufficio scolastico provinciale e con la Dirigenza scolastica autonoma, nelle attività di divulgazione ed educazione all'interno degli Istituti di istruzione.

COMPITI DELLE AMMINISTRAZIONI COMUNALI:
1) Promuovere, sostenere e gestire iniziative volte a favorire le pari opportunità tra uomini e donne.
2) Promuovere, sostenere e gestire iniziative volte a favorire la cultura della non violenza e in particolare il contrasto delle violenze intrafamiliari, su minori e donne.
3) Sviluppare e sostenere progetti per la diffusione della cultura dei diritti fondamentali delle donne, dei diritti umani e della non discriminazione di genere.
4) Attivare un primo livello di ascolto e accoglienza fortemente ancorato alla realtà locale.
5) Collaborare con gli altri soggetti firmatari a momenti coordinati di formazione degli operatori coinvolti nella accoglienza, consulenza, orientamento e presa in carico delle donne che subiscono violenza.
6) Definire, anche attraverso studi effettuati a livello internazionale, degli indicatori che aiutino ad individuare sul nascere situazioni di maltrattamento.
7) Concorrere all'individuazione di strategie di prevenzione e di intervento sulle cause e le situazioni che possono portare ad agire e a subire comportamenti di violenza.
8) Collaborare con l'Ufficio scolastico provinciale e le singole Direzioni scolastiche nelle attività di promozione e educazione all'affettività; favorendo momenti di riflessione e formazione relativamente alle tematiche della differenza di genere: essere uomo - essere donna, la costruzione dell'identità e dei ruoli sociali maschile e femminile; facilitando negli studenti l'acquisizione di strumenti di comunicazione e gestione del conflitto, promovendo competenze su farsi rispettare e rispetto dell'altro.
9) Sviluppare adeguate politiche di sostegno tese al superamento di condizioni di disagio e di difficoltà delle persone coinvolte: chi agisce e chi subisce violenza.
10) Sostenere metodologie in grado di decifrare bisogni, aspettative, difficoltà dei singoli soggetti coinvolti negli eventi di violenza nelle comunità locali ove si sono verificate.
11) Individuare reti relazionali da attivare sia per far emergere le capacità della persona di far fronte alla situazione traumatica subita, sia per attivare un sostegno da parte della rete familiare allargata o della comunità in cui vive la persona.
12) Attivare una relazione di aiuto qualificata con le persone oggetto di violenza, per instaurare la fiducia necessaria affinché la donna e/o il minore collabori attivamente nella costruzione del progetto riabilitativo psicologico e sociale.
13) Realizzare una sostanziale integrazione tra interventi sanitari, socio-sanitari e sociali per assicurare una globalità di sostegno.
14) Sviluppare una progettualità reticolare fra istituzioni pubbliche e terzo settore.
15) Sostenere e potenziare i servizi finalizzati all'accoglienza ed al trattamento di situazioni di conflittualità intrafamiliari realizzando la rete fra servizi socio-sanitari,
forze dell'ordine e terzo settore.
16) Garantire luoghi adeguati per l'accoglienza e la tutela delle situazioni necessarie di protezione al fine di intervenire sul fenomeno della violenza assistita.
17) Mettere a disposizione le proprie reti di accoglienza per l'emergenza.

COMPITI DELL'UFFICIO SCOLASTICO PROVINCIALE:
Supportare le istituzioni scolastiche autonome per l'approfondimento del tema della violenza sulle donne, per:
1) diffondere le "Linee guida" elaborate negli specifici ambiti attraverso appositi incontri con la Dirigenza Scolastica della scuola di 1° ciclo e secondaria di 2°grado;
2) censire i bisogni delle scuole in relazione alla tematica (formazione, attività progettuali attività operative, informazione, ...);
3) proporre, in partenariato con gli altri enti presenti al tavolo tecnico, eventuali specifiche azioni formative con valenza provinciale/interdistrettuale;
4) supportare la realizzazione di iniziative formative specifiche da realizzarsi a livello territoriale per sensibilizzare ed informare le componenti scolastiche (docenti, studenti, genitori, personale Ausiliario, tecnico ed amministrativo), in stretto rapporto con quanto previsto e proposto all'interno del tavolo tecnico, dalle componenti attivamente implicate in merito al tema in oggetto;
5) informare le istituzioni scolastiche autonome in merito ad opportunità e servizi per la prevenzione del fenomeno ed il supporto di tipo medico, legale e psicologico alle donne che hanno subito violenza.

COMPITI DELLE FORZE DELL'ORDINE:
La Questura di Modena, il Comando Provinciale dell'Arma dei Carabinieri ed il Comando Provinciale della Guardia di Finanza, anche attraverso le loro articolazioni territoriali (Commissariati di P.S. di Carpi, Mirandola e Sassuolo - Compagnie Carabinieri di Carpi, Sassuolo e Pavullo nel Frignano, Tenenze della Guardia di Finanza e Stazioni dislocate nei singoli Comuni) si impegnano a:
1) sensibilizzare adeguatamente i propri operatori in occasione di acquisizione di notizie di reato relative ad episodi di violenza alle donne;
2) assicurare che la raccolta delle denunce di cui sopra avvenga in condizioni di rispetto della riservatezza ed in ambienti consoni a tale scopo considerata la particolare condizione di fragilità psicologica in cui si trova la vittima di una violenza;
3) favorire la partecipazione dei propri operatori a momenti di formazione ed aggiornamento promossi nell'ambito delle attività sviluppate in tal senso ai sensi del presente protocollo;
4) nel rispetto del segreto istruttorio e d'ufficio, delle disposizioni in materia di tutela della riservatezza, fornire gli elementi ed i dati necessari alla raccolta ed elaborazione delle statistiche relative all'andamento del fenomeno al fine di consentire un costante monitoraggio dello stesso;
5) garantire la pronta disponibilità del referente all'uopo individuato per l'attuazione delle modalità operative del presente protocollo al fine di attivare prontamente la rete di azioni previste dallo stesso.

COMPITI DELLE AZIENDE SANITARIE:
L'Azienda Unità sanitaria Locale e l'Azienda Ospedaliero - Universitaria Policlinico, attraverso i rispettivi posti di Pronto Soccorso Generale e Ostetrico - Ginecologico, nonché nell'ambito della rete dei servizi territoriali, compresi i consultori familiari si impegnano a:
1) curare la raccolta e la elaborazione dei dati disponibili relativi al fenomeno allo scopo di collaborare all'attività di monitoraggio costante dello stesso e di disporre di dati certi circa il suo andamento nel tempo, nel rispetto comunque della privacy delle persone interessate.
2) Favorire e partecipare attivamente, oltre alle azioni di prevenzione e di educazione già sviluppate sul territorio, ad iniziative coordinate e raccordate con gli altri soggetti firmatari del protocollo finalizzate agli ambiti sopra descritti in particolare in stretta sinergia con l'Ufficio Scolastico Provinciale e con la Dirigenza scolastica autonoma, al fine di rafforzare la cultura del rispetto e delle sane relazioni di coppia.
3) sul piano della formazione: partecipare alla progettazione ed organizzazione di specifici corsi in ambito provinciale finalizzati all'ampliamento ed alla specializzazione del patrimonio di conoscenza e di esperienza degli operatori allo scopo di creare "esperti" della rete. Particolare rilievo sarà dato anche ad iniziative formative in tema di accoglienza delle donne e di assistenza appropriata.
4) nel campo dell'accoglienza e della assistenza: favorire la creazione di un nucleo operativo interaziendale specializzato (ginecologhe) nella definizione di protocolli operativi d'intervento, in caso di violenza sessuale a donne e/o bambine, operando in stretta sinergia con gli altri Enti ed Associazioni firmatari del protocollo, che sia di riferimento nei protocolli di accoglienza e assistenza dei diversi punti della rete in particolare i pronti soccorso sia generali che specialistici.

COMPITI DELLE ASSOCIAZIONI:
Compiti dell'Associazione "Casa delle donne contro la violenza" ONLUS:
1) garantire alle donne maltrattate che giungono al Centro contro la violenza sostegno e assistenza attraverso:
a. colloqui individuali di accoglienza e di sostegno relazionale per l'uscita dalla violenza e per la risoluzione del disagio, che si fondano su un patto di rispetto e riservatezza;
b. avvio e gestione dei percorsi individuali di uscita dalla violenza con e senza ospitalità nelle Case rifugio;
c. invio alla consulenza legale e collaborazione con l'Associazione "Donne e giustizia";
d. sostegno ed accompagnamento delle donne accolte nelle varie fasi della denuncia e nelle pratiche giuridico legali (avvocati, Forze dell'Ordine, Tribunale);
e. mediazione nel rapporto con la rete dei servizi del territorio e le sue risorse;
f. orientamento per la ricerca del lavoro e della casa;
g. eventuale ospitalità temporanea nelle Case rifugio per le donne sole e/o con bambini che corrono rischi per la propria incolumità a causa di violenza.
(L'ospitalità viene attivata in base ai progetti concordati e programmati, e non in emergenza, con la donna ed eventualmente con il servizio sociale in presenza dei minori);
h. realizzazione di gruppi di auto-mutuo aiuto con facilitatici per le donne in difficoltà;
2) promuovere, sostenere e realizzare percorsi di formazione e di sensibilizzazione sul tema della violenza alle donne (in particolare la violenza domestica), insieme ad altri soggetti firmatari del protocollo, mirati alla preparazione degli operatori che nelle diverse agenzie del territorio vengono in contatto con donne e bambini vittime di violenza;
3) promuovere e realizzare attività di informazione e di sensibilizzazione, relative al fenomeno in questione, rivolte alla cittadinanza e all'opinione pubblica (seminari, convegni, interventi mirati...);
4) provvedere alla raccolta, all'elaborazione e alla diffusione dei dati in suo possesso relativi al fenomeno di violenza sulle donne in vista di attività di ricerca e di approfondimento della tematica;
5) garantire e realizzare i percorsi di protezione sociale, così come previsto dall'articolo 18 della vigente Legge sulla migrazione, sostenendo le donne vittime di tratta e induzione alla schiavitù.
Compiti dell'Associazione "Donne e Giustizia":
1) Assicurare alle donne che si rivolgono all'Associazione accoglienza e sostegno attraverso:
a. colloqui individuali di sostegno psicologico, nel rispetto della riservatezza dell'utente, al fine di fornire un primo approccio psico/relazionale per la risoluzione del disagio;
b. consulenza legale finalizzata all'informazione della donna circa gli aspetti giuridici della situazione che la coinvolge;
c. collaborazione ed interazione con l'Associazione "Casa delle donne contro la violenza" ONLUS;
d. mediazione nel rapporto con la rete dei servizi sul territorio;
e. promozione e gestione di gruppi di auto- mutuo aiuto tenuti da facilitatrici per donne in difficoltà;
2) promuovere e realizzare incontri di informazione e di sensibilizzazione rivolti alla cittadinanza in tema di violenza alle donne;
3) promuovere e realizzare percorsi di formazione e di sensibilizzazione, parimenti in tema di violenza alle donne, indirizzati agli operatori delle agenzie del territorio che vengono in contatto con donne e bambini vittime di violenza;
4) promuovere e realizzare percorsi di formazione e orientamento rivolti agli studenti delle scuole medie superiori al fine di sensibilizzare i giovani e fornire loro strumenti critici di approccio al tema;
5) gestire la raccolta, l'elaborazione e la diffusione dei dati in suo possesso relativi al fenomeno della violenza sulle donne anche attraverso pubblicazioni e/o pubblici incontri.

COMPITI DELLA PREFETTURA:
La Prefettura di Modena nel ruolo di rappresentanza generale del Governo nella provincia si farà carico del coordinamento delle iniziative indicate nel presente protocollo riferendo periodicamente ai competenti Organismi di livello nazionale e promovendo periodici momenti di verifica e di analisi congiunta sia sull'andamento del fenomeno, in base alle indagini statistiche compiute con il contributo dei soggetti firmatari, sia sulle ricadute delle azioni scaturite dagli impegni assunti, sia sul funzionamento dei dispositivi operativi predisposti.
La Prefettura curerà altresì, d'intesa con i componenti del tavolo tecnico, la realizzazione di occasioni di confronto allargato sul tema, di divulgazione delle azioni condotte e dei risultati conseguiti nonché la messa a disposizione dei dati e del patrimonio di esperienza acquisiti dalla applicazione degli impegni contenuti nel
presente atto.

TUTTI I SOGGETTI ADERENTI AL PROTOCOLLO SI IMPEGNANO INOLTRE A FORMULARE, ATTRAVERSO IL "TAVOLO TECNICO", ULTERIORI APPROFONDIMENTI, REGOLAMENTI, ACCORDI, ATTI A RISPONDERE PIÙ EFFICACEMENTE ALLE PROBLEMATICHE ESPOSTE NELLE PREMESSE.

ASPETTI OPERATIVI
Nel momento in cui uno dei soggetti aderenti al presente protocollo riceve la notizia di un episodio di violenza sessuale o di altro genere consumato ai danni di una donna, attiverà la prontamente la rete di assistenza e di sostegno al fine di predisporre tutte le azioni di competenza dei diversi soggetti firmatari secondo le seguenti modalità relative alle ipotesi di seguito indicate:
1) Se la notizia perviene sotto forma di denuncia alle Forze dell'Ordine, l'Ufficio ricevente provvederà a raccogliere la stessa assicurando che tale delicata fase si svolga nel più ampio rispetto della riservatezza e nella considerazione della particolare situazione di fragilità psicologica in cui versa la vittima. A tale fine la denunciante sarà ascoltata in un ambiente consono ed isolato da parte di personale appositamente sensibilizzato e opportunamente formato. Nel contempo l'operatore ricevente provvederà ad informare istantaneamente il Funzionario o l'Ufficiale referente indicato in calce al presente atto. Quest'ultimo subito dopo attiverà i necessari contatti con i referenti del servizio sanitario, dei servizi sociali del Comune interessato e, se richiesto dalla vittima, di una delle Associazioni firmatarie per le azioni di assistenza psicologica e legale nonché per attivare percorsi di eventuale accoglienza ove necessario, secondo i protocolli d'integrazione definiti nell'ambito delle reti distrettuali.
2) Se la donna che ha subito violenza accede ad uno dei servizi sanitari ospedalieri, pronti soccorso e territoriali essa verrà ascoltata ed assistita, secondo i protocolli specifici del caso e saranno attivate:
a. Procedura di denuncia secondo quanto previsto dalla normativa e nel rispetto della volontà della donna.
b. Procedure di avvio dei percorsi di assistenza e sostegno presso le Associazioni e i servizi di riferimento definiti dal seguente accordo e dalle sue successive articolazioni locali.
c. Segnalazioni, per i casi previsti, ai servizi sociali di riferimento.
3) Se la notizia perviene a chi, tra le Associazioni firmatarie di questo protocollo, si occupa direttamente del sostegno e dell'assistenza specifica alla vittima, sarà cura dell'Associazione in questione valutare ed avviare un percorso adeguato e completo rispetto alle richieste della donna, coinvolgendo di conseguenza gli altri soggetti competenti ed, in particolare, i referenti delle Forze dell'Ordine.
Allo scopo di assicurare un costruttivo rapporto di interazione nonché per fornire migliori e più adeguati livelli di formazione e di qualificazione professionale dei soggetti direttamente impegnati nella delicata tematica verranno svolti periodici momenti di confronto per favorire lo scambio vicendevole di esperienze e di conoscenze.
Detti momenti saranno promossi a cura del gruppo di lavoro costituito con decreto prefettizio in data 3 novembre 2006 secondo modalità organizzative che saranno di volta in volta concordate.
Modena, lì 06.03.2007.