USR per il Veneto, Venezia, 23.05.2007



Riunione di insediamento dell'Osservatorio Permanente Regionale sul fenomeno del bullismo.

Oggetto: Riunione di insediamento dell'Osservatorio Permanente Regionale sul fenomeno del
bullismo. USR per il Veneto, Venezia 23.05.2007.


Presenti:
Direttore Generale USR Veneto Carmela Palumbo; Referente Regionale Dirigente Tecnico Fernando Cerchiaro; Dirigente Tecnico Stefano Quaglia; USP Belluno Sandra Marcadent; Dirigente USP Padova Franco Venturella; Dirigente USP Rovigo Francesca Sabella; Dirigente USP Treviso Maria Giuliana Bigardi; Dirigente USP Vicenza Pasquale Palumbo; Dirigente USP Verona Giovanni Pontara; Dirigente Scolastico Domenico Ticozzi; Docente Sc. Primaria Elena Zambianchi; Docente Sc. Sec. I° Daniela Pavan; Docente Sc. Sec. II° Laura Di Lucia Coletti; Università di Verona prof. Alberto Agosti; Università di Padova prof. Gianluca Gini; Pier Angelo Turri, Dirigente della Direzione Formazione della Regione Veneto; Rappresentante Unione Regionale Province Veneto Massimo Giorgetti; Forum Genitori Azzolini Fabrizio; Consulta Provinciale Studenti Valentina Levis. Sono altresì presenti tre laureate in Scienze della Formazione - Univ. Verona, impegnate col prof. Alberto Agosti in un gruppo di lavoro sulle tematiche oggetto dell'Osservatorio.

Il giorno 23.05.2007 presso l'Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, alle ore 14.30, è convocato l'Osservatorio Regionale Permanente sul bullismo. Presiede il Direttore Generale dott.ssa Carmela Palumbo con la collaborazione del Dirigente Tecnico prof. Fernando Cerchiaro coordinatore dell'Osservatorio. All'o.d.g:
(i) Strutturazione dell' Osservatorio
(ii) Pianificazione avvio delle attività.

Introduce la dott.ssa Palumbo che indica alcuni elementi che dovranno connotare il neonato l'Osservatorio:
- insediamento dell'Osservatorio nell'ambito dei dettami della DM 16 del 5 febbraio 2007
- individuazione di azioni educative per fronteggiare il fenomeno del bullismo
- garantire un taglio operativo delle sue funzioni
- necessità di smontare l'allarmismo eccessivo, isolando i fenomeni "altro da sé", ovvero da una parte la normale aggressività tipica dell'età evolutiva e dall'altra parte il teppismo puro, la violenza, gli atti delinquenziali/criminali che la scuola deve inviare agli organi competenti

Sottolinea l'importanza della presenza degli EELL e delle province nella persona del dott. Giorgetti, e della Regione Veneto nella persona del dott. Turri.

L'Osservatorio potrà raggiungere il suo fine se le componenti costitutive potranno operare secondo una visione condivisa del fenomeno del bullismo e delle azioni educative più opportune per farvi fronte nella Scuola. Di qui l'importanza di utilizzare le risorse in modo coordinato tra Amministrazioni Pubbliche tutte, con spirito di servizio.

Secondo la dott.ssa Palumbo l'Osservatorio dovrebbe effettuare soprattutto attività di formazione ai docenti ma anche agli studenti, grazie anche all'apporto prezioso della Consulta degli Studenti, che aiuterà ad individuare gli strumenti più adatti di informazione e formazione.

Il Dirigente Tecnico prof. Cerchiaro presenta il documento "Osservatorio Regionale Permanente sul fenomeno del bullismo: appunti per la definizione e l'organizzazione del lavoro" predisposto assieme al gruppo tecnico di lavoro (Domenico Ticozzi, Alberto Agosti, Gianluca Gini, Laura di Lucia Coletti, Daniela Pavan, Elena Zambianchi), già inoltrato via e-mail e inserito in cartellina, il quale costituirà - alla luce della DM n. 16 del 5.02.07 Linee generali ed azioni a livello nazionale per la lotta e la prevenzione del bullismo e del Piano nazionale per il benessere dello studente:linee di indirizzo per l'a.s. 2007-2008 del 18 aprile 2007 - una base di partenza per delineare un Progetto di scuola garante del benessere per tutti; l'attenzione a percorsi di educazione alla legalità sarà una delle azioni più pregnanti anche per prevenire fatti molto gravi che avvengono entro la scuola.

Azioni fondamentali dell'Osservatorio potrebbero essere:
a) l'individuazione - rispetto alla gravità del fenomeno del bullismo e delle risorse messe in atto per farvi fronte - delle aree di maggior debolezza entro il Veneto
b) l'individuazione delle definizioni dei diversi fenomeni connessi o confusi col bullismo: mobbing, burn out ...
c) l'individuazione delle migliori pratiche preventive e di sensibilizzazione in funzione dell'età e del genere, degli ordini e della tipologia di scuola, dei soggetti coinvolti.

A seguito del primo giro di ricognizione e di reciproca conoscenza emergono, in sintesi, le seguenti indicazioni/riflessioni/prime proposte:

a) innanzitutto una diversificata, ricca e diffusa serie di attività sul tema oggetto di interesse attuata dalla maggior parte degli USP. In particolare:
• Il Direttore dott.ssa Francesca Sabella comunica che da tempo l'USP di Rovigo monitora il fenomeno nel proprio territorio e propone alle scuole percorsi formativi promuovendo attività di ricerca-intervento. Viene segnalato il Seminario di studio organizzato per il 31 maggio p.v. da USP Rovigo "Bullismo che fare?" ed altresì esteso l'invito a tutti
• Il Dirigente dell'USP di Padova dott. Franco Venturella pone in evidenza la ricchezza di esperienze maturate anche in collaborazione con il territorio (EELL e ULS); in particolare, segnala il Protocollo di intesa stilato con L'ASL per l'attivazione dei CIC. Sottolinea poi il deficit a livello di impegno di tutte le agenzie educative, che appaiono oramai incapaci di far fronte alle emergenze ma a volte anche alle quotidianità. E' importante, per l'Osservatorio, poter stabilire un minimo comune denominatore concordato tra tutte le componenti e su cui tutte possano riconoscersi, pur agendo secondo le proprie specificità. Obiettivo è selezionare e scegliere i progetti e/o le prassi che possono favorire cambiamenti reali, individuare interventi che comportino modifiche strutturali del sistema ed evitare quindi di cadere nell'ottica del progettificio
• Il Dirigente dell'USP di Verona Giovanni Pontara illustra la particolare attenzione che il Suo Ufficio attribuisce all'aspetto dell'Agio/Benessere a scuola. Afferma poi l'importanza fondamentale che deve essere data alla comunicazione delle informazione (cfr. Youtube, ScuolaZoo), dove il maggior riscontro è quello che enfatizza il non positivo. Il Monitoraggio dovrà anche analizzare il modo in cui le scuole veicolano le informazioni di eventi positivi e di eventi critici: si va infatti da un eccesso di informazioni alla pressoché totale omertosità con lo scopo di difendere d'ufficio la scuola. Viene fatta la proposta che l'Osservatorio lavori approfonditamente sul tema dei processi di comunicazione e sulle modalità attraverso cui possono essere veicolate (positivamente e negativamente) le informazioni
• L'USP di Belluno, rappresentato dalla prof.ssa Sandra Marcadent, ha attivato uno Spazio di ascolto per problematiche di disagio legate al fenomeno del bullismo in collaborazione con l'ASL e sul tema lo stesso USP ha promosso attività di formazione per docenti e dirigenti
• Il Dirigente dell'USP di Treviso Maria Giuliana Bigardi osserva come si debba incidere sulla negativa attenzione morbosa della Stampa che ha contribuito, in particolare nel territorio del trevigiano ad esacerbare gli animi. Sottolinea come manchi clima di accoglienza e di rispetto mentre imperi l'apparenza (consumi, vestiti firmati...), come sia aumentata l'emarginazione... Va quindi cambiato il livello di attenzione alla persona e ripristinato il clima educativo: per questo sono importanti l'apporto degli EELL, l'attenzione corretta della Stampa, un'interfaccia sicura con le Autorità, non più riconosciute da parte dei giovani, ma va anche predisposto un progetto di continuità didattica
b) Il Direttore Generale ribadisce l'importanza di rifuggire dal pericolo "progettificio", di dar rilievo ai progetti provinciali e di concentrarsi su pochi ma significativi ambiti educativi (es. educazione alla salute, educazione alla musica come attività preventiva, educazione al benessere...). Propone di allocare presso il sito dell'USR un luogo dedicato al tema del bullismo e al lavoro dell'Osservatorio in generale.
Viene ribadita la necessità di rimotivare i docenti al senso della loro fatica e del loro lavoro; contemporaneamente, ciò implica per i docenti mettersi realmente in gioco ed accettare di acquisire i nuovi linguaggi attraverso cui oggi si costruisce conoscenza, e non considerarsi i soli "detentori di linguaggio" (di conoscenza);
c) Il prof. Gianluca Gini, Università di Padova, sottolinea l'importanza di effettuare attività di ricerca e di formazione, rimanendo sempre in stretto contatto con le scuole
d) Il prof. Alberto Agosti, Università di Verona, comunica che, coadiuvato da alcune studentesse presenti alla riunione, sta costituendo un gruppo di pensiero affinché i propri ambiti di interesse scientifico (metodi e tecniche del lavoro di gruppo, didattica) possano fornire un apporto significativo all'intervento antibullismo a scuola. Sottolinea l'importanza di riflettere non tanto - o non solo - sulla drammaticità connessa al fenomeno della violenza tra i giovani, ma anche sulle opportunità che essi ci offrono attraverso tali comportamenti, poiché è evidente che utilizzano comportamenti di bullismo per comunicarci qualche cosa
e) Il Dirigente Scolastico Domenico Ticozzi sottolinea l'importanza di ridimensionare l'attuale enfasi al fenomeno del bullismo che va solo ad ingigantire e a mal intendere la reale portata del problema. La scuola è agenzia di socializzazione ma anche amplificatore di disagio. Di ciò bisogna assolutamente tenerne conto, anche perché come non mai studenti e genitori oggi vedono la scuola come "stallo/parcheggio", come luogo educativo/sociale di faticosa convivenza civile, ecc... D'altra parte, gli adolescenti sono per loro natura "difficoltosi"; il conflitto è sano, addirittura biologico, ma a causa dei media tutto ciò è stato negativamente enfatizzato ed aggravato; inoltre, l'incremento di una cultura di consumo, lo sviluppo di una società globale, la mancanza di limiti e regole, lo sviluppo psicofisico sempre più precoce, la difficoltà sempre maggiore a comunicare, l'incremento della solitudine vissuta entro la famiglia innanzitutto, vuole che la Scuola si ponga innanzitutto come strumento capace di costruire climi di apertura, di accoglienza e di comprensione della diversità. In questo senso la migliore attività dell'Osservatorio è quella di fare prevenzione
f) Valentina Levis, Rappresentante della Consulta degli Studenti, si riserva di riferire in un successivo giro di Tavolo le molte proposte per fronteggiare il problema del bullismo elaborate dalla componente studentesca
g) Il dott. Turri, Dirigente dell'Assessorato regionale all'Istruzione, ribadisce la politica di intervento promossa da lungo tempo con le scuole e per le scuole a favore della prevenzione del disagio giovanile in generale, e in particolare anche del fenomeno del bullismo. Sottolinea l'importanza di identificare la natura e le caratteristiche del problema, e sulla base di ciò intervenire anche con una mirata campagna informativa.
h) La prof.ssa Laura di Lucia Coletti, rappresentante degli insegnanti della scuola secondaria di secondo grado, rileva quanto sia importante sensibilizzare gli insegnanti al problema della comunicazione, ai media e al sistema di trasmissione delle informazioni. Infatti il flusso massivo di messaggi che oggi avviene con le nuove tecnologie ha modificato la percezione della realtà. Il fenomeno del bullismo è esploso a causa e attraverso i media: i ragazzi agiscono violenza per essere ripresi  si è perché ci si vede. Attraverso la violenza ci si rende protagonisti. La prof.ssa Coletti espone alcune considerazioni che dovrebbero essere tenute presenti a livello organizzativo/operativo:
- coinvolgimento diretto dei ragazzi
- attività di decodifica delle immagini
- riattribuire alla Scuola la sua priorità educativa
- spingere la scuola a confrontarsi e a misurarsi con "la funzione educante" dei media
- agire un controllo democratico sulla diffusione delle informazioni
i) Il Dirigente Tecnico Stefano Quaglia afferma che il docente non funge solo da elemento di controllo delle informazioni, ma è anche colui che partecipa alla comunicazione. Richiamando la sua esperienza e collaborazione con l'iniziativa Rai Teleduchiamoci, propone come attività di prevenzione e sensibilizzazione al fenomeno del bullismo la costruzione di telegiornali in classe. Il bullismo rappresenta infatti una sorta di sotto-cultura che si impone alla cultura, tanto che il caso bullismo è pesantemente scoppiato a fronte di numerosi falsi (molti dei filmati più eclatanti passati in rete sono delle simulazioni). Il dott. Quaglia ribadisce l'importanza di coinvolgere le famiglie.
j) Il coordinatore dell'Osservatorio prof. Cerchiaro, a chiusura del primo giro di tavolo, sottolinea come due, sostanzialmente, appaiano i punti emergenti che dovranno essere oggetto di primaria attenzione da parte dell'Osservatorio:
1 - da un lato la centralità di una ADEGUATA E CORRETTA COMUNICAZIONE anche come risposta alla strumentalizzazione del bullismo,
2 - dall'altro lato la necessità di un RILANCIO DELLA CENTRALITÀ EDUCATIVA, ponendo attenzione, nel rapporto docente-alunno, alla qualità della relazione educativa, dedicando a questa l'impegno della Ricerca-Azione e la diffusione delle buone pratiche.

Rilanciando il secondo giro di tavolo, il dott. Cerchiaro invita ad esprimersi sugli aspetti operativi dell'Osservatorio, in primis:

A) Pronto intervento:
(1) punti di ascolto: per settembre 2007, e sulla falsariga del numero-verde del Ministero, dovranno essere organizzarti dei punti di ascolto provinciali e/o essere organizzate reti di scuole per le vittime, per le famiglie, ma anche per gli operatori della scuola
(2) vademecum: sua predisposizione in forma cartacea e informatizzata con suggerimenti ed indicazioni per le diverse utenze.

B) Strategie operative:
Saranno a lungo respiro ed incisive sul piano della PREVENZIONE. Importante sarà la reinterpretazione da progetti delle scuole a progetto di scuola. Tali strategie potranno essere elaborate/agite a livello:
a) regionale di coordinamento: al fine di un proficuo confronto si suggerisce un convegno per il lancio di alcune idee forti, rivolto a tutti i soggetti interessati
b) provinciale: fondamentale e decisivo, perché è a questo livello che si costruiscono convenzioni di intesa e sinergia con gli EE. LL, ed è a questo livello che si può agire un controllo sulle reti di supporto e ascolto. Qui potranno agire i gruppi di ascolto
c) locale: è questo il livello dell'istituzione scolastica.

Il Dirigente Tecnico Fernando Cerchiaro prosegue sottolineando che l'Osservatorio, fungendo da organo di supporto all'Amministrazione e alle Istituzioni scolastiche, assumerà le proposte provenienti da Consulte studentesche, Genitori, Dirigenti, Territorio, rielaborandole opportunamente per integrarle reciprocamente. Propone altresì una seconda prossima riunione dell'Osservatorio per metà luglio 2007, in modo che a questa iniziale occasione di reciproca conoscenza e scambio di prospettive segua quanto prima un incontro organizzativo-operativo.
Il Direttore Generale dott.ssa Palumbo propone di dare subito la parola alla Rappresentanza della Consulta Studentesca. Valentina Levis, della Consulta Provinciale di Belluno, riferisce che gli studenti hanno molto discusso su "cosa è bullismo e cosa non è bullismo", riuscendo a delinearne alcune caratteristiche distintive (diretto/indiretto...) e individuando alcune variabili di significativa influenza (sesso, ceto economico, culturale...). Rispetto alle PROPOSTE per fronteggiare il fenomeno del bullismo, gli studenti suggeriscono le seguenti:
- Studiare le norme, le leggi, la Costituzione: promuovere l'Educazione Civica
- Prevedere attività pomeridiane per la riscoperta della bellezza dello studio (i giovani hanno infatti desiderio di bello, di buono, di vero...)
- Prevedere scambi di reciproca conoscenza etica/culturali/sociali tra Regioni
- Promuovere formazione e aggiornamento per insegnanti, genitori, alunni,
- Utilizzare metodologie educativo-didattiche basate sulla peer education, così da sensibilizzare e coinvolgere direttamente al problema i giovani.  Ad esempio, i centri di ascolto sono una prassi consolidata in molte scuole: perché dunque non valorizzare l'esistente utilizzando gli studenti come operatori di ascolto?
- Organizzare una giornata mondiale contro la violenza
- Spot televisivi contro la violenza (o su stampa, o su radio n.d.r.)  Ad esempio lanciare un concorso per il miglior spot con premi per la scuola o borse di studio
- Sensibilizzare gli insegnanti alla cura della relazione educativa
- Dare importanza alla INDIVIDUALITA' della persona  Ad esempio nelle scuole dove lo studente può esprimersi anche creativamente c'è un minor livello di bullismo.

 Perché non promuovere una Giornata dell'Arte e della Creatività?

Per la dott.ssa Bigardi tutto ciò indica quanto si importante creare negli insegnanti una mentalità differente: le relazioni educative vanno costruite e in ciò devono essere coinvolti e sensibilizzati tutti gli operatori della scuola: dirigenti, insegnanti e personale ATA. Va ricreato un clima di collaborazione, di educazione affettiva e relazionale, ma anche di educazione civica e di educazione alla legalità (è importante conoscere il limite oltre il quale la prevaricazione diventa reato)

Il rappresentante della Componente genitori, sig. Fabrizio Azzolini, ritiene che debbano essere promossi piani massicci di formazione sul tema dei Diritti/Doveri per i genitori. Sostiene che spesso la Componente genitori non si integra con la scuola, e piuttosto spesso utilizza la scuola come un "parcheggio". Afferma che NOI ADULTI dobbiamo ascoltare, e che spesso, dietro in fenomeno di bullismo, c'è un genitore non presente. "Il bullismo è non essere ascoltati" "un volere che qualcuno si accorga di loro". Quindi il messaggio che il bullismo dà a tutti noi adulti è quello di toglierci dall'indifferenza, educarci ad ascoltare.

Il Dirigente scolastico Domenico Ticozzi sottolinea che la prevaricazione si impone quando manca la comunicazione, quando mancano i valori anche più basilari (salutarsi, ad esempio). E' veramente fondamentale ricreare il clima sociale, e promuovere iniziative di prevenzione basate sull'ascolto (ascolto con le nuove tecnologie, ascolto attraverso il punto di ascolto, ascolto col Dirigente scolastico...), sulla valorizzazione del "protagonismo" inteso come riconoscimento delle individualità, anche delle eccellenze (perché sono utili alla socialità della scuola), sulla fortificazione della stima di sé, sul volontariato a scuola, come relazione positiva.
La scuola, con le sue attività didattiche come elemento di ricchezza trasversale, deve porsi come comunità educante, laddove la diversità si costituirà come comunione di comunità.

Il prof. Alberto Agosti dà lettura di una serie di riflessioni e proposte articolate in alcuni punti:
1. promozione del pensiero attorno alla realtà del bullismo presso tutti gli attori del processo educativo  costruire dispositivi di circolarità. Il bullismo non va visto solamente secondo l'ottica dell'emergenza, né la percezione del benessere sia solo a senso unico, ma devoluta ad allievi, insegnanti, adulti tutti,
2. promuovere pensiero rispetto alla responsabilità: "Di chi è la responsabilità dell'accadere di episodi di violenza? In che modo ne sono coinvolto? Come mi riguarda?" E per contro, in positivo, chi si può rendere "protagonista, costruttore, portatore di benessere?"
3. riflettere sui segnali di cambiamento della pedagogia (come facilitatore di processi formativi) e didattica (come facilitatore di processi di apprendimento): oggi tali due discipline puntano sulla riflessività. Come riaccendere il desiderio, il gusto dello studiare, dell'essere insegnante?  costruzione della moralità come costruzione della conoscenza
4. promozione dell'Ascolto; i luoghi dell'ascolto coincidono con una competenza di tutti gli adulti educatori, e l'Osservatorio dovrebbe farsi il primo promotore e diffusore di una cultura dell'ascolto
5. valorizzazione delle didattiche specificamente collegate alle discipline artistiche: musica, cinema, teatro, danza, sport, e tutte le altre discipline capaci di canalizzare le energie dei ragazzi. In tal senso, è fondamentale condurre le Scuole a scommettere - con ciò che di importante già fanno - sulla leggerezza, sulla levità, sull'eleganza, sull'ironia positiva
6. riscoperta delle didattiche curricolari e del valore del "far scuola" da parte degli insegnanti  di qui l'importanza di comunicare le "buone prassi" per stimolare suggestioni per forme diverse di far scuola, adattandole alla propria situazione
7. assumere uno sguardo critico al linguaggio che gli adulti, dalle loro varie posizioni e secondo i loro vari ruoli, adoperano per parlare di bullismo (..."non predicare bene e razzolare male"); lo stesso linguaggio utilizzato nelle Circolari è ambiguo e sovente sbagliato, perché a volte non accogliente, se non offensivo e giudicante, pur inneggiando al "benessere".

Il prof. Gianluca Gini si chiede cosa fare in concreto, e propone:
a) di avere chiara la definizione di bullismo, e di sgombrare il campo da ciò che bullismo non è. Ad esempio uno stupro non è bullismo, così come non è bullismo la maggior parte di quanto ci viene proposto su youtube e similari - definito per l'occasione cyberbullying: (infatti il cyberbullying non è "inviare su internet scene di bullismo, vero o presunto", bensì "usare le nuove tecnologie - internet e cellulare appunto - per fare prepotenze")
b) di distinguere la tipologia di intervento per fasce d'età: infanzia, primaria, ecc..., e tener presente che il "bullo" non si inventa nell'adolescenza. Fondamentale quindi l'attività preventiva e la sensibilizzazione sin dalla primissima scolarizzazione
c) di garantire il benessere di tutti: il bullismo è un problema di sistema, e a scuola deve essere coinvolto tutto il personale.

Va altresì considerato il fatto che i tempi di intervento devono essere ben meditati e soprattutto distesi: l'intervento sul bullismo è specifico, richiede strategie peculiari e come tale necessita che gli operatori siano seriamente preparati attraverso una formazione anche annuale.

Per il Dirigente Tecnico Stefano Quaglia c'è bisogno di concretezza, e non c'è nulla di più concreto del pensiero. Nella scuola primaria c'è stato un eccesso di disciplinarismo che ha allontanato gli insegnanti dal processo educativo e li ha resi meno capaci di leggere i segnali di disagio.

Il Direttore Generale dott.ssa Carmela Palumbo sottolinea l'importanza di sgomberare il campo dall'ansia da prestazione.

Suggerisce di focalizzare l'attenzione dell'Osservatorio soprattutto nella scuola secondaria di I° grado, che le peculiari caratteristiche dell'utenza (preadolescenti, età del passaggio) e la demotivazione professionale rendono particolarmente vulnerabile al fenomeno del bullismo.
Il Direttore Generale sottolinea poi l'importanza che l'Osservatorio di ponga non come "strumento di tortura" dei docenti, già oberati da un soverchio di adempienze e di burocrazia, bensì come opportunità per ri-conoscere la propria mission di Istituzione educante.
Propone di utilizzare un linguaggio "normale" e volto sempre al positivo/propositivo, quanto più sereno possibile.

Infine, l'Ispettore Cerchiaro assicura che verrà inoltrato a tutti i componenti il verbale dell'incontro e, alla luce di tante riflessioni e indicazioni emerse durante l'incontro, auspica che anche la connotazione quasi "al negativo" dell'Osservatorio (prevenzione del disagio scolastico) possa trasformarsi "al positivo" (ad es. promozione del benessere scolastico), esprimendo meglio la linea che l'Osservatorio vuole proporre.


A conclusione della riunione il prof. Cerchiaro propone di ORGANIZZARE UN SECONDO INCONTRO DELL'OSSERVATORIO PER LA METÀ DI LUGLIO 2007, per definire il piano di ricerca e intervento da presentare e rendere esecutivo per l'inizio del prossimo anno scolastico.

La riunione chiude alle ore 17.20

(a cura di Elena Zambianchi)