David Evangelisti, Il bullismo elettronico



Il bullismo elettronico

IL BULLISMO ELETTRONICO

Gli episodi di bullismo, cioè quei comportamenti oppressivi ripetutamente messi in atto da parte di una persona ("persecutore") al fine di intimidire e dominare un'altra persona ("vittima"), stanno diventando sempre più frequenti al mondo d'oggi, soprattutto nell'ambito delle scuole medie e superiori. In relazione alla scuola superiore, delle recenti ricerche hanno addirittura evidenziato che circa 1 ragazzo su 2 è stato vittima di fenomeni di bullismo. Minacce, offese, prese di giro e botte: sono queste le forme di bullismo più sviluppate nel mondo dei ragazzi e degli adolescenti. La vittima può essere danneggiata sia apertamente, sia in maniera indiretta: in accordo agli studi di numerosi psicologi, si parla infatti sia di bullismo diretto, ossia di quelle prepotenze verbali o fisiche messe in atto apertamente nei confronti della vittima (ad esempio: offese faccia a faccia, spintoni), sia di bullismo indiretto, ossia di quei comportamenti (ad esempio la diffusione di pettegolezzi offensivi) che mirano all'isolamento sociale della vittima e all'esclusione di questa dal gruppo. Il fenomeno denominato bullying, in entrambe le sue due manifestazioni specifiche, è stato generalmente contestualizzato soprattutto all'interno del sistema-scuola: il "bullo" trovava infatti nella scuola il terreno fertile per mettere in atto i suoi soprusi e le sue prepotenze, tutto ciò a danno dei compagni di classe o comunque sia a danno di altri ragazzi appartenenti alla stessa scuola.
L'analisi fornite da Olweus, e quelle altrettanto importanti effettuate da Sharp e Smith, hanno gettato le basi fondamentali per la comprensione del fenomeno, contribuendo in maniera notevole a fornire delle risposte sui quesiti sorti intorno ai tipici atti di bullying. Sociologi e psicologi hanno però notato come il fenomeno in questione stia assumendo delle connotazioni sempre più particolari in relazione all'enorme sviluppo delle conoscenze tecnologiche dell'uomo, soprattutto nell'ambito delle comunicazioni (IMT: information and communications technology). Nell'era di Internet, della posta elettronica, dei blogs, e dei telefoni cellulari sempre più tecnologici, il fenomeno generale del bullismo ha assunto perciò delle nuove forme, tutte riconducibili all'espressione cyberbullying, o "bullismo elettronico". Il bullo non agisce più esclusivamente all'interno del "mondo reale": oggigiorno egli molesta le sue vittime anche attraverso il "mondo virtuale" offerto dalla rete. Alla base di queste nuove forme di bullismo risiede il concetto di TRASMISSIONE ELETTRONICA DELLE INFORMAZIONI. L'informazione specifica cioè, come ad esempio il pettegolezzo offensivo, l'insulto, o la minaccia, non viene più trasmessa oralmente, o per via cartacea, bensì attraverso l'utilizzo di moderni e sofisticati strumenti, come ad esempio i siti web, l'e-mail, i blogs (diari in rete), gli sms, i messaggi multimediali per cellulari (mms), ecc. Il bullo ha perciò nuove vie e nuovi strumenti per perseguitare le sue vittime. Attraverso l'uso di questi nuovi strumenti, il fenomeno del bullismo è cresciuto in maniera impressionante, varcando velocemente i confini fisici dei corridoi e delle mura delle scuole, per svilupparsi nello spazio ben più indefinito e vasto del web. Le offese, le minacce, i pettegolezzi, gli attacchi verbali, le botte, le aggressioni, episodi assai frequenti all'interno del sistema-scuola, sono stati così trasportati rapidamente nelle pagine web visibili in tutto il mondo. Le molestie verbali inoltre, vengono sempre di più inviate attraverso l'uso delle nuove tecnologie messe a disposizione dei telefoni cellulari, delle videocamere e dei pc. Dueck sostiene che oggigiorno la vittima degli atti di bullismo non trova più sicurezza, come invece accadeva in passato, all'interno della sua casa: anche le quattro mura domestiche possono infatti essere teatro di violenze e molestie subite via cellulare o via internet. Le aggressioni verbali, dirette o indirette, hanno trovato la via elettronica per colpire i loro bersagli.
Recentemente si è sviluppata notevolmente la pratica definita "happy slapping", e cioè la ripresa (spesso effettuata senza permesso) da parte del persecutore, di immagini strettamente private e imbarazzanti, al fine di diffamare, ricattare e perseguitare la persona protagonista del video o della foto. Le immagini vengono infatti diffuse attraverso la posta elettronica o altri canali del web, e le azioni e gli atteggiamenti dell'inconsapevole vittima vengono ben presto conosciuti da migliaia di utenti presenti nel web. Gli psicologi statunitensi indicano con il termine cyberharassment (o cyberstalking) le molestie, gli insulti e le minacce effettuate attraverso internet: attraverso l'invio di e-mail dal contenuto imbarazzante e osceno, attraverso le anonime offese registrate su di un blog, su di un forum elettronico, sui cosiddetti bash boards, o più in generale su di un sito internet, i cyber-bulli sono oggi in grado di "controllare" e di molestare con molta più facilità la vita privata della loro vittima. Il web costituisce senza dubbio il luogo preferito dai bulli per colpire le loro vittime. Secondo uno studio effettuato da Hinduja e Patchin infatti, il 55% del bullismo elettronico avviene all'interno delle chat-rooms, mentre circa il 28% avviene via e-mail. Utilizzando un instant-messaging program (IM) è possibile anche allontanare, così come avviene nel "mondo reale", la vittima dal gruppo di appartenenza: ciò avviene con la pratica denominata "kick" (e cioè "calcio"). Spesso il modo preferito dai cyberstalkers per "punire" e deridere la loro vittima, è quello di inserire il numero di telefono di quest'ultima in rete, accompagnato dall'invito a telefonare per ricevere prestazioni sessuali, oppure quello di diffondere nel web la notizia che la vittima è portatrice di gravi malattie infettive. Sono ormai innumerevoli i casi di cyberstalkers denunciati alla polizia per diffamazione: tuttavia, malgrado i footprints elettronici lasciati dal bullo-digitale, è ancora oggi assai difficile risalire all'identità del persecutore digitale.
Il fenomeno del cyberbullying è in costante sviluppo, anche perché questo tipo di bullismo consente una forma più forte di anonimato rispetto al bullismo tradizionale: lo studioso Schneier indica infatti nella mancanza di visibilità (lack face-to-face contact) l'estrema potenza e pericolosità del "bullo elettronico". Il senso di responsabilità personale per l'invio di e-mail oscene o di blogs volgari e offensivi diminuisce nettamente se il "bullo" percepisce di poter essere difficilmente scoperto, e perciò qualsiasi inibizione per degli atti così riprovevoli viene con facilità superata. Il bullo perciò, grazie alle nuove tecnologie, è riuscito a trovare una maschera dietro cui può nascondersi, sentendosi di conseguenza in grado di molestare e perseguitare senza poter mai essere scoperto: il persecutore si barrica dietro la cosiddetta mask of electronic anonymity. All'interno del mondo elettronico il concetto di Identificazione assume dei confini assai labili e pericolosamente incerti. Nel contesto del cyberbullying infatti, l'"identità reale" viene completamente celata: il concetto di Io-reale lascia il posto a quello di Io-virtuale. La Persona, l'Io della vita quotidiana, svanisce definitivamente, per divenire solamente Nickname. Mano a mano che la ricerca tecnologica renderà ancora più anonimi e sicuri i cyber-bulli, il concetto tradizionale di bullismo verrà definitivamente soppiantato dalla sua espressione più subdola e pericolosa: il bullismo informatico.

Evangelisti David, laureato con 110 e lode in Scienze Politiche all'Università di Pisa.