Trib. Monza, 12.06.2012



Massima

Nel reato di "stalking", la pressione psicologica legata alla "coazione" comportamentale dello "stalker" (il quale agisce nei confronti di una persona che è designata come vittima in virtù di un investimento ideoaffettivo, basato su una situazione relazionale, spesso solo ideale, ma che può essere anche reale) e al terrorismo psicologico effettuato, pongono la vittima in uno stato di allerta, di emergenza e di stress psicologico. Questi vissuti psicologici sono legati sia alla percezione dei comportamenti persecutori come sgraditi, intrusivi e fastidiosi, che alla preoccupazione e all'angoscia derivanti dalla paura per la propria incolumità.