Trib. Napoli, 04.08.2010



Massima

Integra il delitto di atti persecutori (c.d. "stalking") la reiterazione di mortificazioni fisiche e psichiche e di minacce nei confronti di un compagno di cella, che ingeneri nello stesso uno stato di continua paura per la propria incolumità (fattispecie relativa a condotte realizzate, nell'arco di due settimane, all'interno di una cella di una struttura carceraria minorile, e consistite, in particolare, nel costringere la vittima a spogliarsi nuda e a sdraiarsi a terra per subire la defecazione in viso e per farsi urinare in bocca e su tutto il corpo; a inserire la testa nel water mentre veniva azionato lo scarico dell'acqua; a subire secchi d'acqua gelida sul corpo, ovvero bruciature con l'accendino; a ballare al centro della cella con in bocca lo spazzolone usato per pulire il water, previamente immerso in urina e detersivo; a prendersi a schiaffi da solo; a salire sull'armadio e a dormirci, ovvero a restarvi chiuso dentro; a cantare una canzone in cui offendeva la propria nonna da poco defunta. Il tutto accompagnato da minacce di ogni male in caso di denuncia).