Rassegna stampa



MOBBING, genesi e derivazioni

MOBBING, genesi e derivazioni

Giorni fa abbiamo appreso con un articolo in prima pagina sul giornale IL MATTINO di una denuncia per mobbing di una funzionaria della ASL NA1 nei confronti del direttore sanitario della stessa che da pochi giorni era stato rimosso per scadenza di mandato dal suo incarico. La notizia ci ha lasciato perplessi, in quanto finora mai avevamo letto su una prima pagina di un giornale nazionale una notizia relativa ad un fatto connesso alle modalità con cui veniva trattato un dipendente pubblico. Leggendo l’articolo sembrava che non ci fossero state mancanze cosi gravi da configurare addirittura una denuncia penale nei confronti del dirigente, anche se poi naturalmente queste accuse dovranno essere tutte dimostrate nella sede competente...
Giorni fa abbiamo appreso con un articolo in prima pagina sul giornale IL MATTINO di una denuncia per mobbing di una funzionaria della ASL NA1 nei confronti del direttore sanitario della stessa che da pochi giorni era stato rimosso per scadenza di mandato dal suo incarico. La notizia ci ha lasciato perplessi, in quanto finora mai avevamo letto su una prima pagina di un giornale nazionale una notizia relativa ad un fatto connesso alle modalità con cui veniva trattato un dipendente pubblico. Leggendo l’articolo sembrava che non ci fossero state mancanze cosi gravi da configurare addirittura una denuncia penale nei confronti del dirigente, anche se poi naturalmente queste accuse dovranno essere tutte dimostrate nella sede competente.
A questo proposito ho voluto soffermarmi sulla genesi di questo termine e fare un po’ di chiarezza nel giusto e corretto uso dello stesso da parte di potenziali “mobbizzati” e sulle esatte sue derivazioni nella società moderna.
Prima di tutto il termine spesso è confuso con molti altri comportamenti che avvengono negli uffici: violenza psicologica, terrorismo psicologico (psychological terrorization). Proviamo ad analizzare tutte le possibili propaggini del fenomeno.
Bullismo (bullyng): indica forme di terrorismo psicologico esercitate non esclusivamente sul posto di lavoro ma che possono avvenire a scuola, a casa, nelle carceri e in caserma; significa "comandare facendo prepotenze e tiranneggiando nei confronti dei sottoposti"; non è necessariamente intenzionale può essere provocato da conflitti di personalità e da emotività incontrollabile, la violenza può essere anche di tipo materiale sulla vittima comprendendo danni fisici, aggressioni e vandalismo.
Molestie sessuali (job harassment).
Molestia morale (harcèlement morale): termine introdotto dalla francese Marie-France Hirigoyen, si connota per lo più come evento singolo di molestia sessuale o discriminazione razziale (azioni punibili dalla legge) sul luogo di lavoro concentrata su un soggetto debole o a rischio.
Abuso lavorativo (work abuse).
Spadroneggiamento (bossing): con questo termine si indica una sola azione compiuta dell’azienda stessa, dalla direzione o dall’amministrazione del personale (risorse umane), nei confronti di uno o più dipendenti, quasi sempre con il preciso scopo di indurli alle dimissioni.
Ostilità cronica sul lavoro e aggressione aziendale (CWHCA-Chronic Workplace Hostilites and Corporate Aggression), violenza tra parigrado (horizontal violence), amministrazione bruta (macho management),  ittimizzazione (victimization), violenza leggera (soft violence). La parola mobbing, quindi, può essere confusa con molti altri termini che indicano comportamenti vessatori che un soggetto commette nei confronti di altri soggetti più deboli.
Da un punto di vista etimologico il termine mobbing ha origine da una locuzione latina mobile vulgus che significa "il movimento della gentaglia, il fuoco plebeo", infatti, il sostantivo inglese mob indica "folla, moltitudine disordinata, tumultuante, violenta, marmaglia, plebe..." e il verbo to mob indica "attaccare, assalire, malmenare, aggredire".
L’aggiunta sel suffisso -ing, operata dal grande etologo Konrad Lorenz per indicare un tipo di comportamento animale: quando un gruppo di piccoli uccelli attacca e allontana un uccello più grande dal proprio territorio. Il termine ha dunque acquistato maggiore potenza metaforica per esprimere con tutta la forza dell’immagine dell’assalto e dell’accerchiamento di gruppo, la situazione di terrore psicologico dovuta all’isolamento della vittima di fronte all’ostilità degli altri.
Negli anni Ottanta il termine venne ripreso dallo psicologo del lavoro Heinz Leymann, il quale lo applicò ad un nuovo disturbo che aveva osservato in alcuni operai e impiegati svedesi sottoposti ad una serie di intensi traumi psicologici sul luogo di lavoro.
Da allora in poi per mobbing s’intendono: tutti quei comportamenti violenti che si verificano sul posto di lavoro attraverso atti, parole, gesti, scritti vessatori, persecutori, intenzionali e comunque lesivi dei valori di dignità di personalità umana e professionale, che arrecano offesa alla dignità e integrità psico-fisica di una persona fino a mettere in pericolo l’impiego, o di degradare il clima aziendale.
Comunque data la nuova natura di questo fenomeno non esiste ancora un’universalità di terminologia a livello mondiale, per esempio in Norvegia, Giappone e paesi anglosassoni si usa ancora il termine bullismo, mentre in Francia è usato il termine molestie morali (harcèlement morale).
Vince

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